Se hai fatto queste cose puoi ritenerti soddisfatto di te stesso

Se hai fatto queste cose puoi ritenerti soddisfatto di te stesso

Ti sei mai chiesto se stai facendo abbastanza? E se fossi già più avanti di quanto pensi? Cosa può fare la Terapia Online?

Viviamo in un tempo in cui il confronto è costante. Scorriamo la vita degli altri sui social come fosse un catalogo di successi, confrontando i nostri momenti di incertezza con le vetrine degli altri. E così, lentamente, ci convinciamo che non stiamo facendo abbastanza, che siamo in ritardo, che forse valiamo meno.

Ma cosa accadrebbe se, invece di rincorrere obiettivi esterni, cominciassimo a riconoscere ciò che abbiamo già costruito dentro di noi?

Ci sono momenti, scelte, gesti, che non fanno rumore ma hanno un valore enorme. Non finiscono sui palcoscenici, non attirano like, ma sono il segno di un percorso autentico e coraggioso. Sono le cose che ci trasformano, giorno dopo giorno, spesso senza che ce ne accorgiamo.

Soddisfazione non significa perfezione. Non è arrivare a una meta precisa, ma sapersi voltare indietro e vedere quanta strada abbiamo già fatto, spesso senza mappe, ma con molta forza d’animo.

Questo articolo vuole essere un invito a fermarti per un momento, guardarti dentro e riconoscere i tuoi passi. Anche se silenziosi, anche se imperfetti, sono tuoi. E valgono moltissimo.

Se hai fatto anche solo una di queste esperienze interiori, meriti di sentirti fiero di te stesso. Perché, forse, sei già molto più avanti di quanto pensi.

Questo articolo è dedicato proprio a questo: a chi sta crescendo, a chi sta lottando, a chi ogni giorno fa scelte coraggiose, anche se silenziose. Se ti riconosci anche solo in uno di questi dieci segnali, sappi che sei già molto più avanti di quanto credi.

1) Il Coraggio di Guardare in Faccia la Paura

Superare una paura non significa non provarla più, ma scegliere di andare avanti nonostante quella sensazione che ti stringe lo stomaco e ti blocca le gambe. A volte la paura si presenta in forme sottili: un cambiamento che eviti, una decisione che rimandi, una conversazione che non riesci ad affrontare. Ma ogni volta che, con tutto il tremore del caso, scegli comunque di fare un passo verso ciò che ti spaventa, compi un atto di enorme forza personale.

Non è necessario scalare montagne o parlare davanti a una folla per essere coraggiosi. Il vero coraggio, spesso, si nasconde nei gesti più intimi e invisibili: iscriversi a quel corso che rimandi da anni, chiudere una relazione tossica, iniziare una terapia. È lì che inizia la trasformazione.

Come ci ricorda Susan Jeffers nel suo libro Feel the Fear and Do It Anyway, il problema non è la paura in sé, ma il fatto che spesso lasciamo che sia lei a guidare le nostre scelte. In realtà, ogni volta che scegliamo di agire, pur tremando, rafforziamo la nostra fiducia in noi stessi.

Per questo, se hai mai fatto anche solo una cosa che ti spaventava sappi che hai già vinto molto più di quanto pensi.

2)La Forza dei Gesti Invisibili

Aiutare qualcuno senza aspettarsi nulla in cambio è una delle forme più pure e potenti di umanità. È facile essere gentili quando c’è un ritorno, quando si riceve gratitudine, riconoscimento o approvazione. Ma c’è un altro tipo di gesto, più silenzioso e disinteressato, che nasce da un istinto profondo: quello di esserci per l’altro, semplicemente perché è giusto così.

Forse hai ascoltato un amico nel momento peggiore della sua vita, anche se tu stesso avevi bisogno di essere ascoltato. Forse hai fatto qualcosa per alleggerire la giornata di qualcuno, senza raccontarlo a nessuno. Quei gesti non finiscono in bacheca, non si condividono nelle storie, ma hanno un impatto reale, tangibile, duraturo.

Come insegna Dale Carnegie, il valore delle relazioni umane non sta in ciò che possiamo ottenere, ma nella qualità di ciò che offriamo. Essere gentili, offrire tempo, attenzione, comprensione è un atto che parla di te, non di ciò che ricevi in cambio.

Se lo hai fatto almeno una volta, sappi che hai lasciato un’impronta. E anche se nessuno te l’ha detto, il tuo gesto ha fatto la differenza.

3)Lezioni Che Non Si Insegnano a Scuola

Sbagliare è inevitabile. Ma imparare davvero da un errore quella è una scelta. C’è un momento, dopo ogni caduta, in cui possiamo decidere se colpevolizzarci o ascoltare quello che quell’esperienza ha da dirci. E in quel momento nasce la crescita.

Gli errori non sono fallimenti, sono strumenti. A volte dolorosi, certo. Ma profondamente rivelatori. Ci mostrano chi siamo, cosa ci manca, dove possiamo migliorare. Non ci definiscono: ci modellano. E ogni volta che scegliamo di affrontarli con onestà, senza scuse né finzioni, ci riappropriamo del nostro potere personale.

John C. Maxwell, nel suo libro Failing Forward, lo dice chiaramente: non è importante se cadi, ma se impari qualcosa mentre ti rialzi. Ogni errore porta con sé un’opportunità. Sta a noi trasformarlo in esperienza e renderlo parte integrante del nostro percorso.

Se hai guardato un tuo errore dritto negli occhi, e ne hai tratto una lezione invece di voltarti dall’altra parte, allora sei già avanti. Più avanti di quanto credi.

4)Volersi Bene Non È Egoismo. È Saggezza

Prendersi cura di sé non significa essere egoisti. Significa riconoscere che anche tu meriti tempo, attenzione e rispetto. In un mondo che premia la produttività e la corsa continua, fermarsi ad ascoltare i propri bisogni può sembrare un lusso. Ma in realtà è un atto di responsabilità verso se stessi e verso gli altri.

Non si tratta solo di mangiare sano o dormire di più — anche se fa parte del gioco. Prendersi cura di sé è molto di più: è smettere di ignorare il proprio malessere, è imparare a dire “basta” prima di arrivare al limite, è concedersi una pausa senza sentirsi in colpa. È chiedersi: “Cosa mi fa bene, davvero?”
E avere il coraggio di rispondere con sincerità.

Stephen R. Covey, nel suo celebre libro Le 7 Regole per Avere Successo, parla dell’importanza di “affilare la lama”: cioè, rinnovare sé stessi fisicamente, mentalmente, emotivamente e spiritualmente per restare efficaci. Perché non puoi dare nulla di autentico agli altri se prima non ti sei preso cura di te.

Se hai mai fatto spazio ai tuoi bisogni, anche solo per un momento hai già fatto qualcosa di profondo. Perché amarsi non è debolezza. È il fondamento di tutto il resto.

5)Accendere la Scintilla Interiore

Seguire una passione è uno dei modi più puri per riconnettersi con la propria essenza. In un mondo che ci spinge a essere “utili” prima ancora che autentici, dedicare tempo a qualcosa che ci emoziona davvero è quasi un atto rivoluzionario.

Una passione può essere piccola, privata, perfino imperfetta. Non deve per forza trasformarsi in un lavoro, né portare applausi. Basta che ti faccia sentire vivo. Che ti faccia dimenticare il tempo mentre la fai. Che ti riporti a te stesso, ogni volta che ti perdi.

Scrivere, ballare, suonare, dipingere, coltivare piante o imparare qualcosa di nuovo: non è importante il “cosa”, ma il “come”. Se lo fai con il cuore, se lo fai perché ti nutre dentro, allora ha già valore. E tanto.

Elizabeth Gilbert, in Big Magic, ricorda che la creatività non è un lusso per pochi eletti, ma un diritto umano. Non dobbiamo essere geni per permetterci la gioia di creare, esplorare, perderci in ciò che ci piace. La passione, anche se semplice o silenziosa, è una bussola preziosa che ci riporta a casa.

Se anche solo una volta hai seguito ciò che ti faceva brillare gli occhi — contro il giudizio, contro il tempo, contro tutto — allora hai ascoltato una parte autentica di te. E questo è già un grande traguardo.

6)Il Coraggio di Non Farcela da Soli

Chiedere aiuto è un gesto spesso sottovalutato, ma incredibilmente potente. In una cultura che esalta l’indipendenza e il “ce la faccio da solo”, ammettere di avere bisogno può sembrare un segno di debolezza. Ma la verità è che riconoscere i propri limiti e tendere la mano è una delle forme più autentiche di forza.

Non è facile dire “non ce la faccio”, soprattutto quando siamo abituati a indossare maschere di autosufficienza. Ma chi trova il coraggio di esporsi, di chiedere ascolto, di farsi vedere nella propria vulnerabilità sta scegliendo la connessione al posto dell’orgoglio, la guarigione al posto del silenzio.

La ricercatrice Brené Brown, nel suo libro La forza della fragilità, ci ricorda che la vulnerabilità non è un difetto da nascondere, ma un ponte verso l’empatia e la relazione autentica. Mostrarsi umani è ciò che ci rende veri, non fragili.

Se anche solo una volta hai chiesto aiuto — con la voce spezzata, con le mani tremanti, con la paura di essere giudicato — sappi che in quel momento non ti sei arreso. Ti sei affidato. E questo è uno dei gesti più coraggiosi che si possano compiere.

7)Il Potere di un No Sincero

Dire “no” può sembrare semplice, ma spesso è una delle parole più difficili da pronunciare. Dietro a quel monosillabo si nascondono timori profondi: deludere qualcuno, sembrare egoisti, perdere affetto o approvazione. Eppure, imparare a dire “no” quando serve è un passo fondamentale verso la libertà personale.

Ogni volta che dici “sì” a qualcosa che ti pesa, rischi di dire “no” a te stesso. Ma quando inizi a scegliere ciò che ti fa bene — anche se significa dispiacere a qualcun altro — inizi a costruire un confine sano tra ciò che sei e ciò che gli altri si aspettano da te.

Dire “no” non è chiudersi, è proteggersi. È riconoscere che il tuo tempo, la tua energia e la tua serenità valgono. Henry Cloud, autore del libro Boundaries, sottolinea quanto sia essenziale imparare a stabilire dei limiti per vivere relazioni sane e autentiche. Perché senza confini, rischiamo di perderci.

Se in un momento della tua vita hai avuto il coraggio di rifiutare qualcosa che ti feriva, ti svuotava o semplicemente non ti rispecchiava, hai fatto una scelta potente. Hai messo te stesso al centro, con rispetto e consapevolezza. E questo non è egoismo: è autostima.

8)Dove Finisce la Comodità, Inizia la Crescita

La comfort zone è un luogo mentale dove tutto è prevedibile, familiare, sicuro. E per certi tratti è anche utile: ci protegge, ci calma, ci fa sentire al riparo. Ma rimanerci troppo a lungo può diventare una prigione silenziosa, dove non si cade mai ma nemmeno si vola.

Uscire da quella zona non significa buttarsi nel vuoto senza paracadute. Significa fare piccoli passi verso ciò che non conosciamo ancora, accettando il disagio come parte del percorso. È affrontare una nuova sfida, parlare quando avremmo voluto tacere, prendere una decisione scomoda ma necessaria.

Viktor Frankl, psichiatra e autore di L’uomo in cerca di senso, scrive che la libertà interiore si conquista affrontando il dolore e le difficoltà con uno scopo profondo. Il cambiamento, anche quello più difficile, è spesso la porta attraverso cui passa la trasformazione personale.

Se ti sei mai trovato a scegliere qualcosa che ti faceva paura, ma che sentivi giusto per te se hai mai detto “non so cosa succederà, ma lo faccio lo stesso” allora sì, hai abbandonato la comodità per scegliere la crescita. E questo vale più di qualsiasi certezza apparente.

9)La Bellezza di Essere Veri con Gli Altri

In un mondo dove l’apparenza spesso prende il posto della sostanza, costruire relazioni sincere è un atto quasi rivoluzionario. Significa scegliere la verità invece del compiacimento, l’ascolto profondo invece della conversazione superficiale. Significa esporsi, mettersi in gioco per davvero, senza filtri e senza finzioni.

Le relazioni autentiche non sono necessariamente perfette. A volte sono faticose, richiedono presenza, dialogo e rispetto reciproco. Ma sono anche quelle che ci nutrono, che ci fanno sentire visti per ciò che siamo, non per ciò che mostriamo. In queste connessioni, non serve fingere forza quando ci sentiamo fragili, né sorridere per forza quando dentro si fa fatica.

Daniel Goleman, nel suo libro Intelligenza emotiva, sottolinea che la capacità di entrare in relazione con gli altri in modo empatico e consapevole è una competenza fondamentale per la nostra felicità. Perché nessun traguardo ha senso se non possiamo condividerlo con chi ci conosce davvero.

Se hai scelto di coltivare rapporti basati sulla fiducia, anche rinunciando a legami vuoti o tossici allora hai fatto qualcosa di immenso. Hai detto sì alla qualità, e no alla quantità. Hai scelto il vero, invece del facile.

10) Il Perdono che Libera: Se Stesso

Perdonarsi è forse uno degli atti più difficili da compiere. Siamo spesso i nostri giudici più severi, pronti a rimproverarci per ciò che non abbiamo fatto, per ciò che abbiamo sbagliato, per ogni parola non detta o detta male. Ma continuare a punirsi per errori passati non ripara il danno: lo prolunga.

Perdonarsi non significa dimenticare, né giustificare ogni scelta. Significa riconoscere che, in quel momento, con gli strumenti che avevamo, abbiamo fatto del nostro meglio — o quanto meno, ciò che eravamo in grado di fare. È un gesto di umanità verso se stessi, un passo verso la riconciliazione interiore.

Come ricorda Desmond Tutu ne Non c’è futuro senza perdono, il perdono non è debolezza: è un processo che richiede coraggio, pazienza e compassione. E quando lo rivolgi verso te stesso, può diventare il primo vero atto di guarigione.

Se hai scelto di lasciar andare il peso della colpa, anche solo un po’, se hai smesso di rivivere continuamente quel momento che ti tormentava, allora stai andando nella direzione giusta. Non si tratta di dimenticare chi sei stato, ma di fare pace con quella parte di te, per poter finalmente andare avanti con leggerezza e dignità.

Cosa può fare la Terapia Online?

Viviamo in una società che premia la performance, la velocità, l’adattamento. Fin da piccoli impariamo a costruire un’immagine da mostrare al mondo: efficiente, brillante, vincente. Così, senza nemmeno rendercene conto, iniziamo a vivere spinti da ciò che l’ego desidera — approvazione, riconoscimenti, potere, controllo — e non da ciò che l’anima sussurra, spesso a bassa voce: autenticità, verità, significato.

L’ego non è il nemico. Serve a proteggerci, a strutturarci, ad orientarci nel mondo. Ma quando prende il sopravvento, ci allontana da noi stessi. Ci spinge a inseguire obiettivi che non ci appartengono, a soffocare emozioni scomode, a ignorare i segnali di malessere in nome di una perfezione apparente. Ci porta a recitare un copione scritto da altri, mentre dentro di noi qualcosa si spegne lentamente.

In questo contesto, la terapia online può offrire un’opportunità concreta, accessibile e trasformativa per chi sente il bisogno di tornare a sé. Uno spazio protetto in cui poter finalmente fermarsi, respirare, ascoltarsi. Un luogo in cui smettere di “dover essere” qualcosa per iniziare a scoprire chi si è davvero.

A differenza dei ruoli quotidiani che ricopriamo — figlio, genitore, partner, professionista — in terapia non serve interpretare nulla. Non si deve piacere, convincere o giustificarsi. Si può essere. Punto. E in quella libertà, spesso mai provata prima, l’anima inizia a farsi sentire. Forse con una crepa nel petto, una lacrima trattenuta, un bisogno mai espresso. Ma è lì. Ed è reale.

La modalità online rende tutto ancora più accessibile: puoi connetterti dal tuo spazio sicuro, senza il peso degli spostamenti o delle formalità. Questo favorisce un contatto più immediato, più sincero. Ti permette di portare in seduta ciò che sei, lì dove sei: nella tua vulnerabilità, nei tuoi dubbi, nei momenti in cui l’ego vacilla e non sai più dove stai andando.

Attraverso un percorso terapeutico, si imparano strumenti per riconoscere quando le scelte vengono fatte per “apparire” piuttosto che per sentire. Si coltiva la consapevolezza, si allena l’ascolto interiore, si impara a distinguere la voce dell’ego — spesso urgente e rumorosa — da quella dell’anima, più sottile, ma profondamente radicata nella verità personale.

Allinearsi alla propria anima significa imparare a vivere in coerenza con ciò che si sente, anche se questo richiede cambiamenti, rinunce, coraggio. E la terapia, se condotta con fiducia e apertura, può essere il primo passo verso questa riconnessione profonda. Un percorso che non ti cambia per piacere al mondo, ma che ti riporta a te stesso, per sentirti finalmente intero.

“La vera soddisfazione non nasce da ciò che possiedi, ma da ciò che hai avuto il coraggio di affrontare, costruire e scegliere per te stesso.”

Riferimenti Bibliografici:

  1. Brown, BrenéLa forza della fragilità. Il coraggio di sbagliare e rinascere più forti di prima (Vallardi A., 2016)

  2. Carnegie, DaleCome trattare gli altri e farseli amici (Bompiani, ed. 2022)

  3. Cloud, Henry, Townsend, JohnBoundaries: When to Say Yes, How to Say No To Take Contro Of Your Life (Zondervan, 2017)

  4. Covey, Stephen R.Le 7 regole per avere successo (Franco Angeli, 2025)

  5. Frankl, Viktor E.L’uomo in cerca di senso. Uno psicologo nel Lager (Franco Angeli, 2017)

  6. Gilbert, ElizabethBig Magic. Vinci la paura e scopri il miracolo di una vita creativa (Rizzoli, 2016)

  7. Goleman, DanielIntelligenza emotiva (Rizzoli, 2011)

  8. Jeffers, SusanFeel the Fear and Do It Anyway (Ebury Digital, 2014)

  9. Maxwell, John C.Failing Forward. Turning Mistakes into Stepping Stones for Success (Harper Collins Leadership, 2007)

  10. Tutu, Desmond & Tutu, MphoNon c’è futuro senza perdono(Feltrinelli, 2001)

Per informazioni scrivere alla Dott.ssa Jessica Zecchini. Contatto e-mail consulenza@jessicazecchini.it, contatto whatsapp + 39 370 32 17 351.

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