Triangolazione e gaslighting: l’arsenale emotivo del narcisista

By: Jessica Zecchini
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Triangolazione e gaslighting: l’arsenale emotivo del narcisista
E se la gelosia che provi non fosse un tuo problema, ma l’effetto di una manipolazione invisibile? Cosa può fare la Terapia Online?
C’è un dolore che non lascia lividi visibili, ma che incide a fondo nell’identità di chi lo subisce. È un dolore sottile, ambiguo, difficile da nominare. È il dolore di essere messi in mezzo, di sentirsi continuamente in competizione, di dubitare del proprio valore. Questo meccanismo ha un nome preciso in psicologia relazionale: triangolazione.
La triangolazione è una dinamica manipolatoria molto comune nelle relazioni con personalità narcisistiche. Non si manifesta con urla o scenate evidenti, ma con azioni apparentemente innocue: il partner che parla spesso di un’ex, un genitore che confronta i figli tra loro, un collega che alimenta rivalità tra due persone. In realtà, queste sono strategie intenzionali che mirano a creare instabilità emotiva, gelosia, insicurezza.
Il narcisista utilizza la triangolazione per introdurre una terza persona (reale o solo menzionata) all’interno della relazione. Questa terza figura viene strumentalizzata per suscitare confronto, rivalità o confusione. La vittima, così, viene privata di un senso chiaro della realtà: inizia a chiedersi se sia davvero amata, se stia sbagliando qualcosa, se sia degna di attenzione. L’obiettivo del narcisista, però, non è mai la verità né il confronto costruttivo: è il controllo.
Nel tempo, chi subisce triangolazione sviluppa una dipendenza emotiva profonda: l’approvazione del narcisista diventa l’unica ancora di salvezza in un mare di insicurezze create ad arte. La percezione di sé si indebolisce, si vive in uno stato costante di allerta e insoddisfazione, nella speranza che quel confronto (che non si è mai scelto) finisca.
Spesso chi si ritrova coinvolto in questo tipo di dinamiche non riconosce subito il problema, proprio perché è stato gradualmente indotto a mettere in dubbio le proprie emozioni e intuizioni. Ma dare un nome a ciò che accade è il primo passo per riconquistare lucidità e forza interiore.
In questo articolo voglio accompagnarti a comprendere cos’è davvero la triangolazione, come si manifesta, quali sono i segnali da riconoscere, e soprattutto come iniziare a uscirne. Sapere è potere — e nel caso della manipolazione narcisistica, sapere è anche libertà emotiva.
Gaslighting: la manipolazione invisibile che riscrive la tua realtà
Non tutte le violenze fanno rumore. Alcune sono silenziose, lente, eppure devastanti. Il gaslighting è una delle forme più subdole di abuso psicologico: non alza la voce, ma ti toglie la voce interiore. Ti priva della fiducia nei tuoi ricordi, nei tuoi pensieri, nelle tue emozioni. È un processo lento, strisciante, spesso impercettibile all’inizio — ed è proprio questa sua invisibilità a renderlo tanto pericoloso.
Il concetto di “gaslighting” prende il nome da Gaslight, un film del 1944 in cui un marito, attraverso continue menzogne e negazioni, riesce a convincere la moglie che sta impazzendo. Oggi, il termine è entrato nel vocabolario della psicologia per descrivere la tecnica con cui una persona distorce la percezione della realtà dell’altro, negando fatti, sminuendo emozioni, contraddicendo costantemente l’evidenza.
Frasi come:
🗣️ “Non è mai successo.”
🗣️ “Te lo sei inventato.”
🗣️ “Stai esagerando.”
🗣️ “Sei troppo sensibile.”
sono la quotidianità del gaslighting. A forza di sentirsele ripetere, la vittima inizia a dubitare di se stessa, a mettere in discussione ogni emozione, intuizione o percezione. Anche di fronte a prove concrete, la confusione prevale.
Il gaslighting è un’arma relazionale potente, usata spesso dai narcisisti per mantenere il controllo. Chi manipola attraverso questa tecnica non si limita a mentire, ma punta a far sì che l’altro interiorizzi il dubbio. E quel dubbio, nel tempo, cresce: “Forse ho frainteso.” “Magari è colpa mia.” “Sono io a vedere le cose in modo sbagliato.” Questo pensiero costante genera insicurezza profonda, dipendenza emotiva e instabilità interiore.
La vittima si allontana dalla propria bussola interna. Non si fida più di ciò che sente, non distingue più ciò che è vero da ciò che è stato manipolato. Questo è il vero effetto devastante del gaslighting: non distrugge solo la relazione, ma anche il senso del sé.
Il gaslighting è subdolo proprio perché ti impedisce di riconoscerlo mentre lo vivi. Spesso ci si sente “pazzi”, esagerati, fragili. Ma non è così. È proprio questa sensazione la prova che il processo manipolatorio ha fatto breccia. La consapevolezza, tuttavia, può essere l’inizio della ricostruzione. Dare un nome a ciò che accade significa riappropriarsi del proprio vissuto, validare le proprie emozioni e tornare al centro della propria realtà.
Il narcisista non ama, domina: gli obiettivi nascosti dietro la maschera del fascino
Chi si relaziona con una persona narcisista spesso si trova inizialmente ammaliato: carisma, sicurezza, attenzione intensa. Ma ciò che all’inizio appare come coinvolgimento, nel tempo si rivela per ciò che è: una strategia sottile di dominio e controllo. Il narcisista non cerca amore, connessione o reciprocità: cerca potere. Ogni gesto, parola o silenzio rientra in un copione preciso, dove l’obiettivo finale è sempre lo stesso: mantenere il controllo totale sulla relazione.
Il narcisista ha bisogno di sentirsi superiore, ammirato, indispensabile. E per farlo, costruisce dinamiche relazionali in cui l’altro viene gradualmente svuotato di forza, sicurezza e autonomia. La relazione diventa un sistema caotico e asimmetrico, dove il potere decisionale è accentrato e sempre a suo favore. Questo caos è funzionale: più la vittima è confusa, più è controllabile.
Uno dei primi obiettivi del narcisista è la validazione costante del proprio ego fragile. Anche se esteriormente appare sicuro di sé, il narcisista ha un bisogno continuo di conferme esterne. L’altro esiste come specchio: deve riflettere grandezza, desiderabilità, potere. Ma lo specchio non deve mai brillare da solo. Se la vittima comincia a sentirsi forte, autonoma, sicura viene punita o svalutata.
Per ottenere questo tipo di controllo, il narcisista attiva strategie ben precise, come la triangolazione, il gaslighting o la svalutazione intermittente. Tuttavia, uno dei meccanismi più insidiosi è l’isolamento emotivo: la vittima viene lentamente allontanata da amici, familiari, colleghi. A volte in modo palese (“Tua madre ti influenza troppo”), altre volte più subdolamente (“Con quella tua amica non ti vedo bene”). Il risultato è che la persona perde progressivamente i suoi riferimenti esterni, diventando sempre più dipendente dalla relazione tossica.
Un altro obiettivo chiave è creare ambiguità e instabilità. Il narcisista destabilizza la vittima con messaggi contraddittori, alternando fasi di idealizzazione a momenti di freddezza, distacco o svalutazione. Come in una giostra che non si ferma mai, si torna sempre al punto di partenza: si desidera con tutte le forze il ritorno della dolcezza iniziale, ignorando il prezzo emotivo che si paga ogni volta.
Dietro ogni comportamento narcisistico si nasconde un bisogno di controllo e superiorità, mascherato da interesse, amore o coinvolgimento. Riconoscere questi obiettivi nascosti è fondamentale per interrompere il ciclo di manipolazione e iniziare un percorso di liberazione emotiva.
Quando l’amore confonde: gli effetti invisibili della manipolazione sulla vittima
Chi vive a lungo accanto a una persona narcisista non se ne accorge subito, ma subisce una trasformazione lenta e profonda. Non si tratta solo di dispiacere o delusione: è qualcosa di più sottile e invasivo. Sotto il peso di triangolazioni e gaslighting, la vittima perde contatto con sé stessa: la manipolazione relazionale erode, giorno dopo giorno, le basi della propria identità.
Uno dei primi segnali è la confusione mentale. La vittima non riesce più a distinguere con chiarezza cosa è reale da cosa è stato distorto. Si sente smarrita, costantemente in bilico tra ciò che prova e ciò che l’altro le dice di provare. Questa ambiguità continua mina la capacità di fidarsi delle proprie percezioni, portando a un forte stato d’ansia, spesso accompagnato da insonnia, ipervigilanza o difficoltà a concentrarsi.
Con il tempo, anche l’autostima si indebolisce. Il confronto costante con figure idealizzate (ex partner, amici “migliori”, colleghi più interessanti) e le critiche velate o esplicite minano la sicurezza personale. La vittima comincia a sentirsi “non abbastanza” in ogni ambito: non abbastanza bella, intelligente, stabile, interessante. Si sviluppa un monologo interno accusatorio, in cui ogni emozione viene messa in discussione e svalutata.
A ciò si aggiungono senso di colpa e vergogna. La vittima viene spesso accusata di essere troppo sensibile, difficile, instabile. E, paradossalmente, comincia a crederci. Quando la manipolazione è sistematica, l’individuo si sente responsabile della disfunzione della relazione, arrivando persino a giustificare comportamenti tossici pur di non sentire di aver “fallito”.
L’effetto più potente e duraturo, però, è spesso la dipendenza affettiva. Dopo un lungo periodo in balia dell’altalena narcisistica tra idealizzazione e svalutazione, la vittima sviluppa una forma di attaccamento disfunzionale. La paura dell’abbandono diventa dominante, e spesso si rimane nella relazione nonostante la sofferenza, nel disperato tentativo di recuperare l’approvazione e l’affetto iniziali.
Uscire da questo tipo di legami non è solo una decisione, ma un processo psicologico complesso. Perché ciò che è stato colpito non è solo il cuore, ma anche la percezione di sé, la fiducia negli altri e la capacità di distinguere ciò che fa bene da ciò che distrugge lentamente.
Cosa può fare la Terapia Online?
Uscire da una relazione con un narcisista o da un contesto manipolatorio non è solo una scelta razionale: è un percorso profondo e delicato che coinvolge emozioni, identità e sicurezza interiore. Spesso, le vittime di gaslighting e triangolazione arrivano a chiedere aiuto quando si sentono confuse, svuotate, incapaci di fidarsi perfino delle proprie percezioni. In questo percorso, la terapia online può rappresentare uno spazio sicuro, accessibile e trasformativo, specialmente quando affrontare fisicamente uno studio o un cambiamento ambientale è ancora troppo difficile o ansiogeno.
Ecco come un percorso terapeutico — anche da remoto — può offrire strumenti concreti per difendersi:
✅ 1. Riconoscere i segnali di triangolazione e gaslighting
Il primo passo per liberarsi è dare un nome a ciò che si sta vivendo. In terapia, la persona viene aiutata a ricostruire la narrazione della propria esperienza: episodi che sembravano “confusi” o “colpa propria” cominciano a rivelarsi per quello che sono — strategie manipolatorie ripetute. Questo passaggio è fondamentale per recuperare lucidità e validare le proprie emozioni.
✅ 2. Stabilire confini chiari e non negoziabili
Molte vittime di abuso emotivo hanno difficoltà a dire “no”, o si sentono in colpa nel farlo. La terapia lavora proprio su questo punto: riconoscere i propri diritti emotivi, definire i limiti e imparare a mantenerli, anche quando l’altro cerca di superarli con colpa o pressione. I confini sono il primo strumento di protezione.
✅ 3. Evitare il confronto diretto nelle fasi acute
Quando si è ancora immersi nel caos relazionale, affrontare il manipolatore può essere controproducente. Durante il percorso terapeutico si impara a gestire le situazioni critiche attraverso il distacco consapevole, il silenzio come forma di protezione e l’elaborazione di risposte più efficaci rispetto alle reazioni impulsive.
✅ 4. Cercare supporto psicologico o una rete di sicurezza
La terapia online rende possibile ricevere aiuto anche quando non si ha un supporto fisico vicino. In un contesto accogliente e protetto, la persona viene sostenuta nel ricostruire una rete di contatti sani, nel ridefinire chi sono le vere “figure alleate” e nell’uscire dall’isolamento spesso indotto dalla manipolazione.
✅ 5. Ricostruire gradualmente la propria autostima
Il lavoro terapeutico ha come obiettivo ultimo la ricostruzione dell’identità. Dopo essere stati messi a tacere dentro, sminuiti e colpevolizzati, riscoprire il proprio valore è come riaccendere una luce dove c’era solo ombra. La terapia online permette di farlo senza pressioni, nel proprio spazio, con tempi rispettosi e guidati. Si lavora su ciò che è stato distrutto per ricostruire un sé più forte, più consapevole, più libero.
La terapia online non è una “scorciatoia”, ma un’opportunità concreta: un modo per iniziare a guarire ovunque tu sia, senza dover aspettare di “stare meglio” per chiedere aiuto.
Liberarsi dalla manipolazione è possibile — e non serve farlo da soli.
“Il narcisista non ti colpisce con la forza, ma ti piega con il dubbio: ti mette in mezzo, ti confonde, e ti fa sentire colpevole persino dei tuoi pensieri.”
Riferimenti Bibliografici:
- Bancroft, L. (2018). Perché lo fa? Dentro la mente degli uomini che maltrattano le donne (Ed. italiana). Trento: Erickson.
(Titolo originale: Why Does He Do That? Inside the Minds of Angry and Controlling Men, 2002) - Stern, R. (2023). Il potere del gaslighting. Riconoscere la manipolazione emotiva e uscirne. Milano: Feltrinelli.
(Titolo originale: The Gaslight Effect: How to Spot and Survive the Hidden Manipulation Others Use to Control Your Life, 2007)