KINTSUGI: l’arte di riparare con la consapevolezza

KINTSUGI: l’arte di riparare con la consapevolezza

Cos’è il kintsugi? In che modo questa forma d’arte può ispirarci anche nella quotidianità? Quant’è importante riparare anche noi stessi? Cosa può fare la terapia online?

 

 

In Giappone, l’arte del “kintsugi’’ ideata alla fine del 1400, significa letteralmente “riparare con l’oro’’ (da “kin’’= oro; e “tsugi”= riparare, rimettere insieme).

La tradizione nasce da un’antica leggenda giapponese risalente al periodo feudale. Qui, Ashikaga Yoshimasa, l’ottavo shōgun (appellativo dato ai capi militari che governavano il Giappone); sbadatamente ruppe in mille pezzi un servizio da tè in ceramica, a cui era particolarmente affezionato.

Yoshimasa, sperando di ripararlo, lo spedì così in Cina per farlo sistemare. Tuttavia, all’epoca, le riparazioni non avevano nulla di elegante, erano fatte con legature metalliche certamente poco affini a quella bella ceramica del servizio da tè. Tuttavia, a parte l’estetica, la riparazione non tenne e la tazza del governatore si frantumò di nuovo. Era dunque da buttare.

Yoshimasa volle fare però un ultimo tentativo questa volta affidando il suo caro oggetto a degli artigiani giapponesi. Questi ultimi, colpiti dalla sua tenacia a riparare quell’amato servizio da tè, glielo ripararono trasformandolo in un particolare e raro gioiello. Gli artigiani unirono le crepe della ceramica con una lacca particolare detta “urushi’’ fatta di resina e polvere d’oro, facendole risplendere e dando nuova vita a quel servizio.

Kintsugi: riparare le ferite dell’anima

In un senso più ampio e metaforico, possiamo vedere il kintsugi come l’arte di riparare e di sanare con l’oro della consapevolezza, anche le nostre ferite spirituali, fisiche ed emotive (come afferma anche l’autrice Selene C. Williams nella sua opera intitolata per l’appunto “Kintsugi’’), dando loro nuova luce.

 

Al giorno d’oggi si tende con troppa facilità a buttare ciò che è vecchio per dar spazio al nuovo, spesso lo si fa quasi in maniera compulsiva, per noia o per il desiderio di avere qualcosa in più, qualcosa di diverso o di più performante. Questo modo di fare deriva anche dall’aver disimparato a dare il giusto valore alle cose o alle persone. Se riconoscessimo il valore di un oggetto o di una persona, proprio come ha fatto il governatore giapponese con il suo amato servizio da tè, ci penseremo certo due volte prima di sbarazzarcene, in quanto abbiamo visto in esso del valore. Riparare diventa dunque l’arte di ridare valore alle cose; che si tratti di una teiera di ceramica o di affetti e sentimenti.

 

Spesso, spiega Selene Williams, siamo culturalmente programmati per allontanarci da tutto ciò che è imperfetto (inclusi vuoti, mancanze, paure). Eppure la sfida è proprio di trasformare la fragilità in bellezza. Accettare che la vita sia imperfetta, allo stesso modo transitoria, può condurci a una visione della vita più umile, serena, consapevole; in grado di abbracciare l’imperfezione umana e la sua complessità, cogliendone la bellezza. La ricerca estenuante della perfezione, al contrario, è un’ illusione che conduce inevitabilmente alla sofferenza e all’insoddisfazione; ci rende dunque ciechi dinanzi al vero valore delle cose e della vita.

 

La maggior parte degli esseri umani, pieni di insicurezze e di fragilità, non riescono a vedere l’opportunità del kintsugi di riempire con luminoso oro della consapevolezza le crepe della nostra psiche. Spesso si fugge dalla vera essenza dell’anima, così imperfetta e apparentemente fragile. Fuggire reca però dolore, si rischia di diventare vittime della propria mente e della nostra parte emotiva (o animica), anziché riconoscerle come alleate, portatrici di un messaggio più grande. Le crepe, le ombre, le fratture, addirittura l’irrazionale (quando succedono avvenimenti di fronte ai quali ci sentiamo estremamente impotenti) non sono dunque il male, ma un punto di partenza, qualcosa che può essere riparato, risanato, e valorizzato, riempito con l’oro della consapevolezza.

 

Cosa può fare la terapia online

La terapia online può essere di aiuto per analizzare in maniera più ampia e profonda le crepe e le ferite della nostra anima. Valutare il come e il quando si sono realmente create, comprenderne il loro valore, il loro messaggio più intimo e nascosto, quello risolutivo che con nuova consapevolezza e una nuova visione, ci permetterà, come il kintsugi, di trasformare le fragilità in oro puro della consapevolezza per la nostra vita e per il nostro benessere.

 

Per informazioni scrivere alla Dott.ssa Jessica Zecchini.

Contatto email consulenza@jessicazecchini.it, contatto whatsapp  370 32 173 351

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