La ferita del rifiuto: il “fuggitivo’’

La ferita del rifiuto: il “fuggitivo’’

Come mai la ferita del rifiuto è considerata la ferita del “fuggitivo”? Quali sono le caratteristiche? Cosa può fare la terapia online?

 

La ferita del rifiuto, conosciuta anche come la ferita del “fuggitivo’’, è una delle più forti e insidiose, tra le prime a manifestarsi e a mettere radici già nell’infanzia. Questa ferita parla di uno squarcio dell’anima molto profondo, in quanto implica il rifiuto di se stessi, un rifiuto interiore che non accetta dunque la propria immagine, i propri pensieri, i propri sentimenti, le proprie abilità o capacità, il diritto a essere così come si è.

Quando questa ferita fa capolino, inoltre, può riversarsi su diversi fattori come relazioni, famiglia, o semplicemente su se stessi, in maniera molto dolorosa. I sentimenti generati sono di rifiuto, i pensieri sono estremamente negativi e distorti, improntati alla disistima,  alla svalutazione di sé.

Una persona che sperimenta lo squarcio profondo del rifiuto tenderà a isolarsi nel suo mondo, a chiudersi nel suo vuoto interiori, ritenendosi non all’altezza della vita, del mondo, degli altri; sentendosi non meritevole della considerazione o dell’affetto altrui cercherà inoltre l’isolamento per evitare di essere rifiutato (dal partner, dal lavoro, dalla società), e quindi come espediente per cercare di non rivivere quella sensazione traumatica insediatasi e sperimentata solitamente fin da bambini.

Da qui la maschera del “fuggitivo’’. Ovvero si inizierà ad adottare un profilo “sfuggente’’ all’interno della società o quando ci si relaziona all’altro. In questi contesti paure, episodi di panico, pensieri invalidanti possono avere la meglio compromettendo la qualità della propria vita. In questo la terapia può aiutare per comprendere al meglio questi timori e lavorarci.

 

La ferita del rifiuto può attivarsi ancor prima della nascita, quando il bambino sente di non essere realmente voluto dai propri genitori, quando non si appropria dunque del diritto di esistere; oppure installarsi già dal primo anno di età, solitamente con la figura genitoriale dello stesso sesso.

 

Le caratteristiche del “fuggitivo”

Questo dolore immenso che va a mettere radici può essere attenuato, dunque, solo indossando la maschera del “fuggitivo’’, che porta con sé determinate caratteristiche:

  • corpo stretto, magro, smilzo;
  • occhi piccoli o con un alone a mò di maschera attorno agli occhi, occhi impauriti;
  • voce spenta e debole;
  • espressioni verbali frequenti come: scomparire, inesistente, nullità, niente;
  • carattere intellettuale, distaccato dalla materialità (quindi da ciò che radica: primo chakra carente), perfezionista;
  • si possono alternare periodi di amore profondo a fasi di grande odio;
  • difficoltà sessuali o nel rapporto intimo con l’altro,
  • ricerca della solitudine, modi di fare sfuggenti, ricerca continua di modi per rendersi invisibili o per fuggire;
  • sensazione di essere perennemente incompreso, sensazione di scarso valore;
  • difficoltà a lasciar gioire il proprio bambino interiore; si pensa inoltre che la maschera del fuggitivo odi espressioni come la danza, in quanto metterebbe troppo in vista, la sua preoccupazione è non farsi notare;
  • postura da seduto “piccola e raccolta’’, il fuggitivo ama tenere i piedi sotto le cosce mentre è seduto e farsi piccolo sulla sedia, dato che la postura non è ben radicata sarà più facile alzarsi e fuggire;
  • tendenza a fare tanto per gli altri (pur di non sentirsi rifiutato) ma sensazione di non ricevere abbastanza,
  • massima fobia: sperimentare il panico (ciò lo porta a isolarsi, o evitare circostanze o relazioni in cui c’è possibilità di essere rifiutati, spesso senza dare spiegazioni, pur di non sperimentare la sensazione di rifiuto che riattiva la ferita interiore e dunque il panico).

 

Per quanto riguarda invece le malattie che la ferita del rifiuto può generare esse riguardano innanzitutto problemi di alimentazione: c’è un predisposizione alla magrezza e all’anoressia, questo in quanto le emozioni e la paura in cui si vive, toglie l’appetito.

 

Chi sperimenta la maschera del “fuggitivo’’  solito mangiare porzioni piccole, tuttavia il cibo potrebbe essere usato come espediente per “fuggire’’ dal mondo che non ci comprende, in particolare lo zucchero; ma possono essere usate per la stessa ragione anche sostanze come alcol e droghe.

 

Altre malattie riscontrabili in percorsi con trauma del rifiuto riguardano la pelle, allergie, problemi respiratori, diarrea, diabete, ipoglicemia, svenimenti, depressione accompagnata da pensieri suicidi, psicosi.

 

Cosa può fare la terapia online?

La persona affetta da ferita del rifiuto va a nutrire tale trauma ogni volta che si svaluta, che si dà del fallito o dell’incompetente, ogni volta che si sente erroneamente una nullità, ogni volta che fugge e ogni volta che pensa di essere niente nella vita degli altri o nella società. La terapia online aiuta dunque a verificare se questa ferita fa parte del nostro vissuto, ci aiuta a capire come si è insediata e quali sono le paure e i meccanismi, spesso inconsci e ripetitivi, che la attivano; aiutando a ritrovare il proprio valore personale e affermarlo in noi stessi e nel mondo. 

 

La ferita del rifiuto, infatti, sarà rimarginata solo quando si oserà ad affermare se stessi e ci si sentirà  a proprio agio nella propria pelle, in quanto noi in primis abbiamo imparato a darci il giusto nutrimento e riconoscimento, sentendoci degni di amore e di valore, ci diamo il diritto di esistere, rimanendo radicati e a proprio agio anche quando gli altri sembrano apparentemente essersi dimenticati di noi.

Consigliata anche un’esperienza di terapia online di gruppo per adulti vittime di abusi nell’infanzia.

 

Per informazioni scrivere alla Dott.ssa Jessica Zecchini.

Contatto email consulenza@jessicazecchini.it, contatto whatsapp  370 32 17 351

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